L’Italia è ancora lontana dall’essere paese per biciclette. Ha confermarlo è il modal split, un indicatore che misura, in modo efficace, la ciclabilità urbana nel Bel Paese. L’ indice descrive il grado di integrazione tra le diverse modalità di spostamento e soprattutto indica la sensibilità politica degli amministratori ai temi della mobilità sostenibile.

Su questi tema il divario tra Nord e Sud è netto ed in particolare se si restringe il campo d’indagine alle piccole città. Gli indicatori nelle città medio piccole del Nord Est, infatti, sono in linea con gli standard europei:  Bolzano è la regina incontrata con il 29% di spostamenti in bici, seguita “a ruota” da Mestre, Piacenza, Pesaro e Ferrara con percentuali leggermente inferiori. Nelle città del Sud purtroppo la mobilità sostenibile è ancora lontana dai livelli comparabili.  Nella grandi città, invece, l’indice crolla paurosamente, senza particolari distinzioni longitudinali da Milano (4%) a Napoli  (1%), mentre casi fortemente negativi sono Roma, Palermo e Genova, in cui la bici è praticamente un mezzo sconosciuto.

Per ampliare le argomentazioni è utile introdurre il concetto di ciclabilità, ossia seguire le abitudini dei cittadini negli spostamenti quotidiani e inquadrarne gli usi nell’organizzazione cittadina.  Non è sufficiente infatti avere più chilometri di pista ciclabile per avere il primato nella classifica della ciclabilità.

E’ necessario, che le piste siano ben integrate, in modo da raggruppare meglio le voci degli spostamenti definiti sostenibili. L’esempio tipico è ancora Bolzano che, come detto, primeggia nel modal split, mentre è Parma la città con il maggior chilometraggio di pista ciclabile.